Dopo l’anno scorso prosegue l’esperienza delle ragazze del nostro vivaio con la Nazionale U18, ma cosa si fa in questi raduni? Lasciamo la parola alle protagoniste: ecco com’è andato il loro ultimo raduno a Rimini del 27-29 ottobre scorso.
Il racconto di Cecilia: tra buon cibo, partite dei mondiali e feste del rugby.
“Siamo partite alle 10:30 di venerdì mattina in treno, cambio a Bologna e verso le 15 siamo arrivate a Rimini. Merenda, primo allenamento del raduno incentrato sull’attacco, poi doccia e cena abbondante, per chi voleva poteva rimanere a guardare la finale del mondiale per il terzo e quarto posto (Argentina tifavamo tutte per te). Sabato abbiamo avuto la colazione alle 7:30, chi avesse bisogno di fasciature poteva usufruire della fantastica fisio e dopo pronte per il secondo allenamento che era basato sulla difesa, a seguire in hotel la video analyst ha preparato dei video della sera prima in cui ci ha fatto notare i nostri punti deboli offensivi per una maggiore consapevolezza. Abbiamo pranzato, poi merenda e alle 16:30 siamo partite per il campo dopo aver fatto una riunione con l’head coach, in cui abbiamo fissato dei punti sulla ridistribuzione dell’attacco sia grazie a una lavagna magnetica, che ai video degli allenamenti. Dopo una buona cena a buffet eravamo invitate a guardare la finale della coppa del mondo, creando anche momenti di condivisione tra noi ragazze, dopo la vittoria del Sud Africa siamo andate a nanna, rivedendoci a colazione alle 7 il giorno dopo (c’era il cambio dell’ora).
Dopo l’allenamento siamo state ospiti della festa del rugby, in cui abbiamo aiutato nell’organizzazione della manifestazione “No ragazze? No rugby!” sostenendo un’attività motoria sia fra bimbe delle categorie U10 e U12 sia un’attività ricreativa con cartelloni con ragazze più grandi. È stato un bel momento di condivisione tra varie fasce di età, in cui si sono discussi argomenti attuali come la discriminazione di genere nell’ambito del rugby, i vari pregiudizi e i nostri sentimenti a riguardo. Tornate in hotel abbiamo pranzato(ci hanno preparato una buonissima lasagna) e abbiamo salutato allenatori ed il personale dell’hotel. Ci siamo dirette quasi tutte verso la stazione dei treni e a Bologna ci siamo salutate tra noi, con un po’ di tristezza anche se distrutte fisicamente.”
Il resoconto di Ester: tra riflessioni, nuove sfide ed obbiettivi
“Venerdì 27 ottobre siamo partite da Termini con il treno delle 10.30 e siamo arrivate a Bologna dove abbiamo fatto il cambio per Rimini. Siamo arrivate a Rimini nel pomeriggio dove abbiamo preso il pullman per arrivare all’Hotel e una volta arrivate, ci hanno dato il materiale per l’allenamento, abbiamo raggiunto le camere e sono iniziati così i tre giorni nei quali abbiamo fatto 4 allenamenti.
Il primo allenamento, venerdì pomeriggio, è stato un allenamento collettivo basato sui principi di palla e spazio in fase d’attacco.
Il secondo, sabato mattina, si è focalizzato sulla difesa. Finito questo abbiamo fatto una riunione dove ci hanno illustrato quello che avremmo allenato nel pomeriggio, ovvero la distribuzione in fase d’attacco.
Il terzo allenamento invece, fatto sabato pomeriggio, abbiamo riallenato la distribuzione in fase d’attacco però dividendoci in reparti (avanti e tre quarti) per poi andare a fare un lavoro collettivo.
Il quarto e ultimo allenamento infine, di domenica mattina, è stato suddiviso in reparti inizialmente che poi abbiamo unito per fare sempre un lavoro collettivo che abbiamo concluso con la festa del rugby insieme ai bambini e alle ragazze che si trovavano a Rimini per le partite.
In questi tre giorni tutte noi abbiamo avuto il materiale giusto per fare chiarezza su molti aspetti, per alcune quasi del tutto nuovi, dalle spiegazioni ai video che ci hanno aiutato collettivamente ed individualmente.
L’esperienza al raduno mi ha fatto riflettere molto, in primis mi sono imbattuta in una “sfida” con me stessa e ho capito che tutto si può raggiungere con la determinazione giusta, inoltre so che non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza che mi ha aiutato a capire i miei punti di forza e soprattutto ciò su cui devo ancora lavorare per migliorare e migliorarmi. Sono stati tre giorni molto intensi che sicuramente mi hanno fatto capire ciò che mi aspetta se voglio raggiungere determinati obbiettivi per i quali (come tutte le cose belle), c’è bisogno di tanto lavoro, impegno e le giuste decisioni.”